La colonscopia è un esame che esplora la parete interna dell’intestino crasso attraverso una sonda chiamata colonscopio, al fine di rilevare eventuali lesioni nel colon per prevenire ulcere o polipi del colon o per fare una diagnosi su un possibile tumore.
La colonscopia è, infatti, indispensabile per trovare il cancro del colon- retto, anche se in alcuni casi può essere un esame pericoloso o addirittura fatale.
Secondo gli Annals of Internal Medicine la mortalità da colonscopia si aggira intorno al 5%. Tuttavia la mortalità non è legata all’esame in sè per sé, ma all’anestesia. Ci sono, infatti, complicazioni cardiovascolari e respiratorie che possono essere causate dall’anestesia.
Inoltre, ogni anno, si registrano un centinaio di morti dovute sia a perforazioni dell’intestino che a gravi emorragie in soggetti di età molto avanzata.
Se l’attrezzatura per colonscopia utilizzata non è sterilizzata correttamente, esiste la possibilità di infezioni tra cui HPV, HIV, Helicobacter pylori, salmonella, micobatterio tubercolosi, epatite C, epatite B, il virus dell’influenza, Aeruginosa, Pseudomonas, E. Coli o anche la malattia di Jakob.
Esiste un’alternativa alla colonscopia
Quando si sospetta un problema al colon-retto, i medici pensano subito ad un esame invasivo. Eppure il test immunochimico fecale è una validissima alternativa alla colonscopia.
Si tratta di un test che non presenta alcun pericolo e non provoca alcun danno al corpo . È un’alternativa peraltro poco costosa. Questo test serve per cercare la presenza di sangue nelle feci per rilevare il cancro del colon-retto. Questo test ha permesso di diagnosticare l’80,4% delle persone con cancro del colon-retto.
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